Lettere alla Redazione … Tradizioni, credenze…
Caro Alberto,
sono contentissimo di essere riuscito a arrivare giusto all’inizio della presentazione di oggi (ero a Milano per la presentazione di un altro libro di ben altro genere). Il libro (che ora ho finalmente potuto sfogliare) è eccezionale, un grande viaggio nel nostro passato e in un certo senso nei nostri ricordi e nel nostro “inconscio”, una lettura gradevole e gradita, un’inesauribile risorsa scientifica. Ma ciò su cui riflettevo oggi mentre vi ascoltavo è la vostra potenzialità, oltre che come ricercatori e autori, come “storyteller”. Uso questo termine (e non dimentico chiaramente quel “griot” di cui parlavate non a caso in un’altra occasione) solo perché va di
moda: dovrei dire cantastorie o contastorie. Tra l’altro è la forma migliore per presentare le storie di cui parlate: ri-raccontandole, ovviamente arricchite di tutto il contesto che avete saputo raccogliere.
Mi permetto quindi di ribadire l’invito a trasformare la presentazione di oggi in una qualche forma di racconto a teatro, in quattro atti, sostanzialmente con la stessa formula di oggi.
Mi è piaciuto molto il passaggio dalla lettura del testo scritto al vostro commento: siete sempre voi che parlate ma in due momenti diversi di gestazione del testo e quindi in due modi diversi.
Molto riuscito l’amalgama tra voce del lettore e il sottofondo del contrabbasso (a es. quando sottolineava la piena del fiume).
Ti prego di girare questa mia anche a Pierangelo e Floriano di cui non ho indirizzo di posta elettronica.
Ancora complimenti e grazie a tutti voi per averci consegnato questo lavoro di cui si può parlare (e si parlerà) sotto infiniti punti di vista.
Carissimi saluti,
G.P.B.
PhD in Elamite Studies – Adjunct professor of Elamite Language
“L’Orientale” University, Naples – Italy
