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Le dimore dei signori

Le dimore dei signori
Pierangelo Pancaldi – Alberto Tampellini
Ville e castelli fra Anzola dell’Emilia, Calderara di Reno,
Crevalcore, Sala Bolognese, Sant’Agata Bolognese, San Giovanni in Persiceto.

A cura di Floriano Govoni
Fotografie di Floriano Govoni e Alberto Tampellini
(Esaurito)
Anno 2004

“… All’inizio del sec. XX il frazionamento tra i diversi compratori del grande latifondo d’Orléans nel Persicetano e i vari passaggi di proprietà di tenute in altre zone della pianura ad ovest di Bologna causarono o aggravarono ulteriormente i presupposti del futuro stato di definitivo abbandono e di progressivo degrado di molti palazzi ormai non più usati come residenza dai nuovi proprietari, bensì progressivamente dequalificati alla funzione di magazzini e depositi di derrate agricole ed utensili oppure semplicemente trascurati. Questo destino, nel corso del Novecento, accomunerà nobili edifici come villa Fontana presso San Matteo della Decima, palazzo Caprara alle Budrie e il castello dei Ronchi a Crevalcore; senza contare le ville che già erano stati abbattute nel secolo decimonono, come palazzo Bentivoglio, situato lungo l’argine occidentale del Samoggia fra le Budrie e la frazione San Bartolo, e il palazzo Zambeccari ubicato lungo la via Persicetana nei pressi dell’oratorio di S. Maria della Neve.
Più fortunata, invece, è stata la sorte di quelle ville che hanno continuato ad avere una funzione residenziale e che sono giunte all’epoca attuale praticamente intatte o, nei casi peggiori, più o meno pesantemente ristrutturate. E’ il caso di palazzo Ranuzzi a Zenerigolo, palazzo Zambeccari (‘Il Conte’) a Bagno di Piano, palazzo Bonfiglioli a Lorenzatico, palazzo Aldrovandi (‘La Giovannina’) nel territorio della frazione persicetana di San Matteo della Decima.
Oggi dunque, queste nobili e vetuste dimore di cui stiamo per trattare si presentano a noi, col loro affascinante alone di fasti e splendori ancora percepibili benché da lungo tempo ormai tramontati, come muti ma allo stesso tempo eloquenti testimoni di un processo storico che, a partire dal Rinascimento, ha mutato il volto della pianura bolognese conferendole quell’aspetto così ordinato e razionale di giardino – campagna la cui piacevolezza lasciò ammirato lo stesso Goethe, che ebbe occasione di osservarlo dalla sommità del campanile di Cento nel 1786, annotandone poi la vivida impressione ricevuta nel suo Viaggio in Italia con le seguenti parole: “…Una pianura tutta coltivata a perdita d’occhio…..un mare di pioppi svettanti, nel cui mezzo si vedono delle piccole case coloniche, ognuna circondata dalla sua campagna. Terreno prezioso, clima mite”.

Dall’Introduzione storica Di Alberto Tampellini



02 Rocche Borghi Castelli Ricreativi Bologna
01 Rocche Borghi Castelli Ricreativi Bologna
04 Quel Che Vedono Le Nuvole Ricreativi Bologna
03 Quel Che Vedono Le Nuvole Ricreativi Bologna
04 Dimore Dei Sogni Ricreativi Bologna
03 Dimore Dei Sogni Ricreativi Bologna
03 Rocche Borghi Castelli Ricreativi Bologna 1

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